Cammino del Salento
Finito il Cammino Materano rientro a Bari e pernotto nell’ Habari We Dorm, ostello perfetto per visitare – a piedi – il centro storico della città e raggiungere facilmente la stazione dei treni che mi porteranno verso il Salento.
Non solo camminare e lavorare: ogni tanto bisogna anche trovare un po’ di tempo per il relax e la cura di se stessi!
Lascio Bari per dirigermi verso sud. Mi sono concesso un caffè speciale (panna, zucchero abbondante, caffè da moka caldo ristretto, liquore dolce San Marzano o Amaretto di Saronno, buccia di limone non trattato) dal famoso “Mario Campanella Il Super Mago del Gelo” nella splendida Polignano a Mare.
Arrivato a Monopoli sono stato invitato dall’Associazione Olistica Freedom.
Freedom Benessere è il centro ideale per ritrovare il proprio benessere psico – fisico, la tappa perfetta dopo una settimana intensa come quella appena trascorsa, tra chilometri macinati a piedi e tanti incontri interessanti.
Con Betty, Maria Antonietta, Maria e Ippolita ho deciso di sperimentare il percorso di Freedom. Si comincia con un massaggio alla testa: un trattamento focalizzato su punti vitali e punti di Prana, centri energetici localizzati sul corpo, sul collo e sulle spalle che – se delicatamente massaggiati – hanno un effetto calmante, bilanciando le energie corporee e il sistema nervoso. Il percorso è proseguito sulla parte superiore della schiena con un conseguente effetto rilassante complessivo su tutto il corpo. Una particolare attenzione viene portata ai piedi (pilastro dell’anima e nel mio caso, del progetto 😊). Il trattamento è continuato con una meditazione guidata che porta a lenire il sistema nervoso e alla connessione profonda con se stessi.
Destinazione successiva? Lecce, da dove partirò per il Cammino del Salento.
Venerdì 18 marzo.
Sono arrivato nella splendida Lecce, punto di partenza del Cammino.
Da qui inizierò la Via del Mare, un percorso di poco più di 100 km che mi condurrà a Santa Maria di Leuca.
Il mio campo base non poteva che essere il Lobby Collective Hostel partner indissolubile del Cammino del Salento e unica struttura convenzionata nella prima tappa su Lecce. Oltre ai servizi dedicati al cammino (passaporto del pellegrino e timbro dedicato) qui è possibile trovare un deposito bagagli, che infatti userò!
E soprattutto questo ostello mette a disposizione un workplace di nome Volcano. Idee scoppiettanti, calda atmosfera e un flusso di lavoro rovente, insomma il posto perfetto per stimolare la produttività di uno smart worker come me!
Sabato 19 marzo.
Saluto la dolcissima canuzza del Lobby Collective Hostel, impossibile non innamorarsi di lei!
L’infiammazione (tallonite? tendinite?) mi costringe a rivedere i miei piani. La prima giornata del cammino salentino la percorro solo per alcune tratte ma diminuendo la percentuale di smartwalking aumenta quella di smartworking. Ieri a Lecce ho incontrato un team giovane e pieno di entusiasmo: Federico Fiordigiglio ed Emanuele Perrone fondatori di Studio Sciolto, uno studio di design multidisciplinare. Parliamo di storie personali e progetti lavorativi, strategie e possibili sinergie.
Oggi mi accompagnano nel mio percorso a piedi attraverso Lecce, da Porta Napoli – un arco di trionfo che segna l’entrata nel centro storico ed è il punto iniziale del Cammino del Salento – fino all’uscita della città. Raggiungiamo Acaya, bellissimo esempio di città fortificata. Qui entro e visito il piccolo borgo con la sua piazza con la torre dell’orologio.
Proseguiamo insieme seguendo la strada fino al lungomare di San Foca, dove lavoro dal Gringo Tapas E Social Drink e poi pernotto al B&B VISTAMAREBLU, che con un punteggio di 8.6 è considerato favoloso dagli ospiti di booking.
In totale la distanza di questa tappa è di 24,7 km su un terreno misto di asfalto e sterrato. A una media di 4 km/h il tempo di percorrenza è quindi di 6 ore.
Le due giornate di ieri e oggi sono riassunte in questo video realizzato da Federico ed Emanuele.
Domenica 20 marzo.
Parto di prima mattina da San Foca in compagnia di Federica. Lei e Mariarita, due giovani pugliesi innamorate del loro territorio, sono le ideatrici di questo cammino. Da un paio di anni, oltre al percorso originale, la via dei borghi, è stata tracciata anche la via del mare. Le due vie si ricongiungono a Otranto e diventano un percorso a pelo d’acqua fino a Santa Maria di Leuca.
E’ il mio primo cammino sul mare e devo dire che essere accompagnati dal rumore delle onde è ipnotico, un mantra naturale. Durante la mattina ispezioniamo la via e mettiamo i nuovi segnali di legno laddove non ci sono più.
Nel percorso sono da segnalare la Grotta della Poesia, le due sorelle – due meravigliosi faraglioni resi celebri anche da una antica leggenda – lo scoglio Tafaluro – conosciuto come la sfinge per la sua forma – il centro storico di Otranto con il castello.
Distanza totale di tappa: 23,9 km tutti su sterrato. Tempo di percorrenza circa 6,5 h
A fine tappa faccio la conoscenza di Stefano Giannoccolo proprietario del B&B Via Stazione ed esperto di salentinità. Questo B&B completamente ristrutturato con gusto da Stefano – che coniuga creatività e manualità – è un luogo ideale per rilassarsi, lavorare e condividere esperienze con gli altri ospiti davanti al caminetto della cucina comune. Dove assaggio la ricotta forte o nella forma dialettale ricotta ‘scante con le acciughe. Quale è il vostro piatto pugliese preferito?
Lunedì 21 marzo.
Otranto – Santa Cesarea Terme è una tappa spettacolare della via del mare. Se baciati dal sole primaverile può diventare memorabile. Riesco a percorrerla solo per alcuni tratti, quelli che l’infiammazione mi concede. Vedo il laghetto ex cava di bauxite, il faro palascìa (punto più a est dell’Italia con vista sulle montagne innevate dell’Albania), Porto Badisco, il primo approdo di Enea, descritto nell’Eneide di Virgilio: l’eroe vi avrebbe fatto scalo nel suo viaggio in Italia dopo la fuga da Troia.
A Santa Cesarea Terme ammiro la Chiesa Madre del Sacro Cuore, le scritte in ebraico sulla facciata della Porta d’Oriente. Per chi volesse approfondire suggerisco “Dio gira in incognito” di Rodolfo Fracasso.
Qui nel 1945 arrivarano 700 rifugiati ebrei del Displaced Persons Camp numero 36. In questa parte di italia le coste avevano piccoli porti dai quali era piu facile salpare con navi clandestine alla volta della Palestina. I campi erano gestiti dalla UNRRA organizzazione capeggiata da Usa e altri 43 stati.
A Villa Cesarea Dimora di Charme – dove pernotto – decido di affidarmi alle mani di un fisioterapista che in 24 ore mi fa una doppia seduta di manipolazione fasciale e mi da qualche consiglio alimentare. Bere almeno tre litri di acqua e integrare con sali minerali e Boswelia una pianta dalle proprietà antinfiammatorie.
Oggi il cammino – 21,8 km – è stato prevalentemente su sterrato con qualche km su asfalto. Tempo di percorrenza circa 5 ore.
Sono arrivato a Marina Serra, famosa per la sua favolosa piscina naturale. Mentre io raffreddavo le caviglie nell’acqua fredda di inizio primavera, un paio di habitué hanno nuotato in questo specchio di mare incastonato tra le rocce, tra Adriatico e venti gelidi provenienti dai Balcani.
Marina Serra è la tipica località di mare che si anima pazzamente d’estate e va in letargo per i restanti mesi dell’anno. Gabbiani e qualche gatto fanno capolino tra salmastro e persiane abbassate.
Alternandosi su un terreno di sterrato e asfalto, poco, in 6 ore si percorrono agilmente i 22,9 km della tappa.
Al pomeriggio lavoro dal Bar Bonasciana di Marina Serra, un coffee bar con tavoli vista mare, ottima connessione e prese elettriche suo ogni tavolo.
Adelaide mi accoglie al B&B Rifugio dei Lavaturi, una villa immersa nel verde baciata dal sole per più di 300 giorni l’anno. La sua è stata una scelta di vita, ha lasciato tutto per condurre questo spazio di terra dal quale è possibile scorgere tutta la costa del capo d’Otranto che porta sino a Santa Maria di Leuca; nelle giornate di limpida tramontana si possono ammirare in lontananza anche le montagne albanesi.
Parlando con Adelaide e Lucia – una freelance di Ancora che ha visto il mio progetto e mi ha raggiunto sul cammino del Salento – capisco che “cambiare vita” è sempre più il tema centrale di questa esperienza. In questi ultimi anni, avete mai pensato di cambiare qualcosa della vostra vita? Di prendere decisioni importanti?
INCANTO DI LEUCA
Provo a respirare
Come se stessi per morire,
il sangue pulsa forte.
Provo a modulare
La voce, mi esce un pensiero
Da solo, ma l’incanto
Che avrei voluto dire rimane
Inespresso.
E’ qui che finisce il viaggio,
dove per un attimo
ti senti a casa tua
e quell’attimo dura
un’eternità
(Cosimo Russo)
Santa Maria di Leuca è un luogo incantevole, in cui cielo, terra e due mari si mostrano per quello che sono. Incontrandosi sotto la sguardo del Santuario de Finibus Terrae, meta finale del Cammino del Salento.
Distanza: 21,8 km Terreno: Sterrato e asfalto Tempo di percorrenza: circa 5 ore
Suggerimento finale. Il percorso è generalmente ben tracciato ma ci sono diversi punti in cui si possono avere dubbi. Meglio avere con se la traccia GPX. In ogni caso perdersi è impossibile, poichè si ha sempre il mare a sinistra.
Ultima tappa del mio secondo cammino, secondo cammino di venti cammini, venti cammini che a loro volta sono una tappa della mia vita.
A bordo di un trenino che da oltre 60 anni percorre stancamente il tacco d’Italia, torno verso Lecce. Forse la lentezza di questa vecchia locomotiva con una manciata di posti serve al camminatore per riabituarsi ai ritmi frenetici della città.
Qui mi metto nelle esperte mani della Dr.ssa Desirè Simmini di Hands-on Clinic. È il terzo trattamento alla caviglia e mi sembra finalmente di migliorare. Tra pochi giorni i miei piedi mi porteranno alla scoperta di un territorio che mi ha sempre affascinato: il Cilento.