Cammino dei Ribelli
13 maggio. Prima tappa de Il Cammino dei Ribelli.
Mi è piaciuta molto la descrizione del sito del cammino, per cui la riporto integralmente!
“Perché Ribelli.
Erano ribelli i partigiani che qui si opposero al regime nazifascista. Erano ribelli i banditi e le comunità che contrastarono le imposizioni feudali e monarchiche. Erano ribelli le tribù di Liguri che si opposero all’invasione dei Romani. Sono ribelli donne e uomini contadini e i pastori che scommettono nel lavorare questa terra. Sono ribelli le famiglie giovani che qui si innestano per riscoprire e re-inventare la valle. Sono ribelli le camminatrici e i camminatori di ieri e di oggi, che tramandano questi antichi, aspri sentieri, e ne garantiscono la sopravvivenza.”
La seconda tappa ha una versione estiva nel greto del Borbera.
Pur non avendo i sandali – che suggerisco – lo percorro controcorrente camminando un po’ nell’acqua e un po’ sui sassi, tra i quali emerge strepitoso un fiore rosso, “il fiore del partigiano”!
Lo scenario è davvero unico, un canyon scavato dall’acqua tra montagne e boschi.
L’arrivo della tappa è per me La stalla dei Ciuchi, appena dopo il paese di Cantalupo.
Questo splendido luogo di resistenza contadina in cui ho lavorato, cenato e pernottato é più di un’azienda agricola . Matteo ed Erica attraverso l’allevamento ovicaprino e fattorie didattiche sono un esempio di resistenza in Val Borbera! Un applauso immenso a loro, veri ribelli del Cammino dei Ribelli.
Tappa tre
Svegliato dal canto del gallo, lascio di prima mattina la Stalla dei Ciuchi. A Cabella Ligure inizio una dura salita su una vecchia mulattiera verso l’alta val Borbera fino al paese di Teo, il cui attraversamento è un viaggio nel passato.
Sul sentiero che sale fino a Piuzzo incontro una nidiata di cinghiali con la mamma ma penso più a non disturbare che a fare foto.
Piuzzo è una frazione di Cabella Ligure e conta 100 abitanti d’estate e 3 in inverno. Li incontro praticamente tutti.
La Signora Patrizia Raddavero mi dice che tre sono anche i cognomi del paese: Raddavero, Basso e Guglielmasso.
I suoi genitori si sono conosciuti tramite una foto in cui il padre ha visto la madre (amica della fidanzata calabrese dell’amico). Tinder prima di internet.
Un lungo sentiero CAI mi fa addentrare in luoghi sempre più remoti e selvaggi, fino al paese di Cosola dove mi rifocillo e pernotto all’albergo Ponte, il cui proprietario Michele è un altro esempio di ribelle che resiste.