Cammino di San Nilo
Dopo la bellissima esperienza a Fà la cosa giusta! – dove ho potuto rivedere tutti quelli con cui mi sono incontrato in questi mesi in giro per l’Italia e conoscere di persona quelli con cui ci eravamo solo sentiti via telefono o mail – riparto da Milano a bordo di un Flixbus destinazione Cilento. Precisamente il golfo di Sapri.
Il Cammino di San Nilo nel cuore Cilento italogreco è un itinerario di circa 100 km, suddiviso in 8 tappe. Parte dal mare (Sapri) attraversa 13 attraenti borghi immersi nella natura del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni e arriva al mare (Palinuro). Il cammino è uno dei 35 cammini religiosi – https://lnkd.in/dZxxVyuy – individuati dal Ministero del Turismo in collaborazione con Invitalia e fa parte della rete dei Cammini bizantini ideati da Gazania APS, un’ Associazione di promozione sociale la cui presidente è la guida GAE Maria Pagano. Maria mi accompagna per le prime due tappe.
Pasquale Crusco da 25 seleziona i migliori prodotti del territorio, km 0. È diventato il punto di riferimento anche per i camminatori del Cammino di San Nilo che parte da Sapri. È stato gentilissimo a farmi fare una super degustazione nonostante fosse giorno di chiusura. Evviva il sud Italia! Evviva la bottega dei golosi!
Pernotto al B&B La Spigolatrice di Massimo Ferrari, classe 1994, laureato a Pisa. Massimo deve il suo nome perchè il padre Gerardo è stato la controfigura di Massimo Troisi sul set de Il Postino. Mi racconta che all’epoca delle riprese (1994) durante le riprese del film cercavano una controfigura perchè Troisi non poteva fare sforzi a causa dei suoi problemi di cuore. Tramite conoscenze con alcuni che lavoravano nel set del film, qualcuno arrivò a Sapri a cercare il sosia di Troisi. Gerardo si ritrovò catapultato sul set del film. L’attore Massimo Troisi morì il giorno dopo la fine della riprese, mentre stava per partire per l’operazione di trapianto. Trapianto che aveva rimandato perché voleva finire il film con il suo cuore. La notizia arrivò a Gerardo e sua moglie Elena che erano appena rientrati a Sapri in treno da Roma dopo la fine delle riprese. Elena, che stava aspettando un figlio – disse che se fosse nato maschio, lo avrebbe chiamato Massimo. Gerardo è poi stato richiamato lo scorso anno per la realizzazione del film “Il mio amico Massimo”.
La prima tappa del Cammino di San Nilo è un percorso di 10 km circa che da Sapri porta – attraverso una valle selvaggia – a Torraca. Partiamo dalla statua della spigolatrice di Sapri e seguiamo il percorso di Pisacane. La spigolatrice di Sapri è una poesia di Luigi Mercantini ispirata alla fallita spedizione di Sapri di Carlo Pisacane (1857) che aveva lo scopo di innescare una rivoluzione antiborbonica nel Regno delle Due Sicilie.
Eran trecento, eran giovani e forti,
e sono morti!
Me ne andava al mattino a spigolare
quando ho visto una barca in mezzo al mare:
era una barca che andava a vapore,
e alzava una bandiera tricolore.
Giampaolo ci accoglie a Torraca nel suo nascente B&B Agros. Insegnante di italiano, storia e geografia, appassionato di natura e arrampicata, ha deciso di lasciare Milano e tornare nella tua terra natia. Ha comprato un casolare che il sole riscalda tutto il giorno, con una vista mozzafiato sul golfo di Sapri. Ieri sera un vento gelido ha portato via la foschia e ha fatto turbinare i pensieri: laggiù in mezzo al mare, verso sud ovest, chiara emergeva la forma a panettone di Stromboli. Stamattina ci ha svegliati il ragliare di un asino che ha deciso di venire a brucare l’erba davanti alle nostre camere, che un tempo erano le stalle.
La seconda tappa mi porta in località Battaglia, di fronte a Casaletto Spartano.
A Palazzo Gallotti mi aspettano Roberto e Miriam, che dalla Germania ha deciso di condividere la vita in questa vallata nascosta e scavata dal fiume Bussento. Sono due anime nobili e le ringrazio per l’accoglienza, la cena e il progetto lontra che non poteva che entusiasmarmi.
L’albero genealogico della famiglia Gallotti ha radici nel 1260, Berardo fu senatore romano protettore dei Guelfi. Il palazzo castello in cui sono ospite è del 1500. Roberto esce da qualche ramo in cima ad una serie di ramificazioni.
Roberto e Settimio – l’ideatore del Cammino di San Nilo – hanno progettato il “Sentiero della Valle della Lontra”, un percorso naturalistico di 13 chilometri nell’area del Bussento, che unisce i comuni di Morigerati, Tortorella e Casaletto Spartano. Miriam ha dato il supporto scientifico e con enorme orgoglio mi mostra le immagini di una femmina con cucciolo catturate dalle sue fototrappole.
Grazie al sindaco di Tortorella per avermi fatto da Cicerone nel suo borgo e avermi fatto lavorare da una stanza del suo comune.
La tappa da Morigerati a Caselle in Pittari è una di quelle indimenticabili. In attesa dell’apertura del centro di accoglienza dell‘oasi, la mattina era iniziata con una sosta all’azienda agricola Terra Madre, proprio li di fronte. Nelle sue sapienti mani, Caterina tiene in mano il fiore all’occhiello della produzione: la Ietta di fichi bianchi, prodotta con fichi secchi dell’azienda, intrecciati uno dopo l’altro e cotti in forno. Assaggio anche i deliziosi biscotti di fichi e noci.
Il passaggio nell’oasi WWF delle grotte del Bussento mi ha fermato il tempo per due ore, lasciandomi senza parole prima e riconoscente verso il pianeta dopo. Uno spettacolo che è difficile descrivere e che solo immergendovisi con tutti i sensi si può capire.
La salita all’eremo di San Michele mette a dura prova le gambe ma la vista che si può godere salendo è impagabile.
Di fronte a me Morigerati e alla sinistra riconosco la radura con il casolare di pietra di Modestino dove ho pernottato. Sul piccolo prato davanti alle grotte fioriscono fiori viola, bianchi e gialli e l’energia che sprigiona questo luogo scelto dai monaci italogreci è quasi tangibile.
A Caselle in Pittari si scrive un altro capitolo importante di Smart Walking e proprio per questo merita un approfondimento.
Alla fine della quarta tappa sono arrivato a Caselle in Pittari, un borgo del Cilento che ha avuto un’importante tradizione di tomaifici per conto terzi. Il comparto è andato in crisi quando agli inizi degli anni duemila i committenti hanno spostato le produzioni verso i paesi in via di sviluppo con costi di manodopera più bassi. Qui ho incontrato Giuseppe Jepis Rivello, cresciuto proprio durante la crisi del settore ma che ha voluto restare nel suo paese. E per restare cosa ha fatto? Ha fondato Jepis Bottega, uno spazio dove si ascoltano, si immaginano, si scrivono e si realizzano storie.
Scritte è un progetto editoriale nato per sperimentare nuove possibilità di scrittura, per diffondere una nuova cultura narrativa, per immaginare nuovi dispositivi, materiali, supporti con i quali raccontare e condividere le nostre storie. Attraverso un processo di scrittura creativo basato sulle storie delle persone, imprese e comunità è possibile realizzare dei MANUFATTI NARRATIVI unici.
Giuseppe ha organizzato una SerataAlpha durante la quale abbiamo lavorato sulle parole. Giuseppe ne aveva segnate una decina che io, Vincenzo Moretti e il giornalista Vito Verrastro abbiamo riempito dei nostri significati. Il gioco della scoperta, il gioco della parole che alimentano e guidano cammini di vita e di vite! Alla fine mi ha consegnato un manufatto unico creato per il progetto Smart Walking: le Sneakers, La tua Storia che Cammina.
Produzione scarpe: Patrizio Dolci
Mentore del progetto Scritte Vincenzo Moretti
Appollaiato sullo sperone di roccia in cima a Salita santa Lucia, il b&b casa Caselle mi accoglie per due notti. Maria e il marito Angelo hanno deciso di ristrutturare una storica casa. Quando l’hanno aperta per iniziare i lavori un calendario malconcio indicava la data 1965. Giuseppe Jepis Rivello ha realizzato un interessante documentario: polvere 1965
Adesso è un appartamento dotato di tutti i confort con una bellissima vista sulla montagna.
A Caselle godo ancora della compagnia di Giuseppe Rivello e Vincenzo Moretti, con i quali abbiamo condiviso la serata alpha.
Giuseppe mi porta sul terreno in cui si svolge il Palio del grano. Questa idea nasce dalla volontà di trovare uno strumento che fosse in grado di tenere insieme la comunità, creando un meccanismo di partecipazione popolare fondato sulla connessione diretta con la terra. Antonio Pellegrino è una delle anime. Lo trovo con un gruppo di studenti alla biblioteca del grano, un prato verde in cui le spighe formano un labirinto che aiuta a perdersi nelle parole e nelle storie che Antonio racconta.
Lui, come Vincenzo Moretti, è un padrone dell’aria: così Jepis definisce coloro che danno anima ai luoghi fisici.
Di queste persone che rappresentano un immenso patrimonio immateriale ne incontro un’altra a Rofrano. Carlo Palumbo è più di una guida Aigae. È forse l’anima del cammino, colui che l’ha tracciato sul campo conoscendo ogni metro del percorso. Con Carlo percorro tutta la tappa fino a Montano Antilia e grazie al suo sapere la mattina di cammino diventa anche un cammino nella storia di questi luoghi.
Un grazie anche al figlio Renato che mi fa da Cicerone a Rofrano e mi conduce a scoprire un angolo di paradiso che è la forra dell’Emmisi. Renato mi propone anche un giro nel parco Avventura Piano Della Croce situato alle pendici del Monte Centaurino, in un bosco di cerro caratteristico. Vista la situazione del mio ginocchio declino, ma tornerò per provare!
Con Carlo, Renato e Maria – moglie e mamma- ho la fortuna di condividere una cena nella loro casa, riscaldato dal fuoco del cammino e soprattutto dalla loro ospitalità e sapere. Le mani di Maria hanno cucinato piatti con tutto quello che offre il loro orto, il vero km zero.
A Rofrano c’è un utilissimo info point del cammino dove è possibile- oltre a ricevere assistenza sul percorso – lavorare da remoto.
Qui conosco Toni Viterale, Presidente dell’associazione Cilento Youth Union, che ne garantisce l’apertura quotidiana. Un gran bel servizio per i camminatori.
Sul cammino mi fermo a Laurito al museo del macinino del caffè dove Leo Palladino ha raccolto una straordinaria collezione di pezzi provenienti da tutta Europa.
Il comitato di accoglienza che mi aspetta a San Mauro La Bruca e San Nazario mi sorprende. È un segnale importante per il cammino, oltre che un riconoscimento personale al mio progetto.
Attraverso le parole del vice sindaco il comune decide di premiarmi:
“Il camminare è un percorso di vita interiore e tu ne sei la testimonianza. Averti avuto come ospite è stato un onore, porteremo avanti il nostro progetto di crescita e faremo tesoro dei tuoi consigli”.
Grazie a Regina Grompone per le foto in comune.
Marzia di Aromi mediterranei cilento è la referente locale del cammino: mi porta a conoscenza della storia locale dedicandomi sia il pomeriggio del mio arrivo che la mattina della partenza. Grazie!
E che dire dell’accoglienza di Giulia? Vive a 80 km da qui ma questo è il suo posto del cuore. Con tanti sacrifici ha ristrutturato la casa dei nonni creando un b&b funzionante e caloroso. Funzionante perché dalle camere – spaziose e con una vista mozzafiato sulla vallata – è possibile lavorare tranquillamente con un ottimo Wi-Fi: B&B a casa mia.
Caloroso perché si può cenare tutti insieme nella sala comune. E difatti ceniamo io, Giulia, Mihaela, Federico e figlio. Federico ha portato il suo vino di cantina socievole, Mihaela ha preparato una cena deliziosa con ingredienti a chilometro zero!
L’ultima tratta dell’ultima tappa del Cammino di San Nilo si dipana sul crinale che percorro in direzione nord – sud. Una spettacolare colata di azzurro si estende all’infinito alla mia destra. Alla mia sinistra, arroccata e a forma di Y, il borgo di Centola. Non posso non distinguere poco più a destra del paese l’imponente facciata del Residence Pietre Rosse. Da uno dei terrazzi al terzo piano il 7 giugno 2017 guardavo giù verso il golfo di Palinuro godendomi il tramonto. Sulla strada tortuosa saliva un pullman e l’attesa del suo arrivo era già piacere. L’ho aspettata con una bottiglia di vino e due calici, i petali di rosa l’hanno guidata dalla sua camera alla mia.
Ricordi che mi accompagnano. Una parte del mio viso è solcata da una goccia salata che scende, l’altra è baciata dal salmastro portato dal mare.
4 km sul crinale, 4 km sul filo: passato da un lato, orizzonte infinito azzurro di un mare di vita da scoprire futura dall’altro. Nel mezzo il sentiero del presente sui cui cammino e lascio traccia. Immerso tra ginestra, cisto bianco, acetosella gialla e la primula palinuri, simbolo del parco giungo a Palinuro.
Saluto Alessio Saturno, assessore del Comune di Centola Palinuro, la cui amministrazione crede molto nei cammini come risorsa di turismo sostenibile e destagionalizzata.
Silvano mi accoglie al B&B Il sogno di Vincenzo e Maria.
Con Nicola Vigorito e Cristiano Melucci pranziamo tutti insieme nella terrazza affacciata sul golfo.
Da qui lavoro fino al calare del sole. Il cammino di San Nilo, iniziato con un tramonto sul mare di Sapri, finisce a Palinuro con un altro tramonto sul mare. Cammini che attraversano, cammini che uniscono: Smart Walking coast to coast.
Grazie a Settimio Rienzo per avermi fatto innamorare della sua terra con i cammini bizantini.
Grazie a Maria Pagano per avermi accompagnato per due tappe riempiendomi di informazioni.