Cammino di Oropa
Prima tappa del Cammino di Oropa, da Santhià a Viverone. 18,5 km di incontri, natura, borghi.
Erano anni che puntavo questo cammino e finalmente ci sono. La modalità è lenta ma non lentissima: sono infatti su due ruote. La borsite al ginocchio non mi da tregua e preferisco non aumentare l’infiammazione. Ma rimane il movimento lento che fa apprezzare paesaggi e personaggi. Come Mario dell’ostello di Santhia dove ritiro la credenziale. Questa piccola cittadina oltre ad essere punto di partenza per Oropa – il cammino inizia proprio all’uscita della stazione dei treni! – è anche tappa della Via Francigena. E da queste parti passano oltre 6 mila pellegrini l’anno! Mica male!
Ho attraversato paesaggi che sono variati sotto i miei piedi, anzi pedali a questo giro!
La giornata di sole ha reso spettacolari i campi dove i fiori spiccavano con i loro colori su un tappeto di verde.
Tanti punti ristoro per i pellegrini: in direzione nord – sud sono tantissimi stranieri che percorrono la Via Francigena in direzione Roma. In direzione opposta gli italiani sul Cammino di Oropa.
Marcello Vallese accoglie entrambi nel suo info point di Cavaglia.
Grazie al Movimento Lento – che oltre ad essere media partner di Smart Walking 2023 – ha anche curato tutta l’organizzazione di questo cammino!
Super pranzo dai simpaticissimi ragazzi della Locanda del Lago 2.0.
Pomeriggio di lavoro con vista sul Lago di Viverone dal B&B Monastero del lago.
Tutti ci auguriamo sempre di viaggiare con il bel tempo. Si, il sole mette di buon umore e pennella luci e ombre sul terreno, dona profondità agli elementi. Da due giorni viaggio con la nebbia, a volte la pioggia. Sono sempre stato fortunato con il meteo. Ma ho deciso di godermi anche questo clima autunnale, che mi ha gelato le mani e formato la brina sui peli delle dita. Perché il passaggio ovattato da la possibilità di concentrarsi sugli altri sensi: i rumori, gli odori.
Sono salito parecchio dalla partenza a Santhia e il paesaggio della pianura agricola è diventato un bosco magico.
Arrivo al Santuario di Graglia, Virginia mi accoglie con genuinità in un luogo di enorme spiritualità. Mi racconta di quanto il cammino abbia portato beneficio al territorio, che le presenze sono aumentate così tanto da costringere a riaprire la vecchia scuola elementare per farne un ostello.
Nel pomeriggio lavoro con un’altra smartwalker al mio fianco!
I primi 5 km dell’ultima tappa (dal Santuario di Graglia fino a Sordevolo) li percorro in bicicletta. Poi finalmente a piedi per i restanti 10 km, praticamente tutti in salita. Il ginocchio patisce le discese e regge bene le salite, ormai lo so.
A Chiavolino, frazione di Pollone, finalmente incontro qualcuno che apre la porta di casa. Sono i primi su questo cammino: la differenza tra nord e centro sud Italia è notevole da questo punto di vista.
Lidia e Giacomo, 73 e 79 anni, hanno lasciato per i pellegrini di passaggio un taccuino per scrivere le proprie emozioni. Il cammino passa da un vicolo stretto e lambisce la loro casa passando in uno stretto vicolo. Mi fermo e dal glicine che riveste la casa spunta il viso curioso di Lidia e poi quello austero del marito Giacomo. Mi invitano ad entrare, mi siedo al tavolo e per mezz’ora ascolto le loro storie, le loro vite. Il the mi viene preparato in una vecchia cucina a legna in cui il fuoco è sempre acceso. Giacomo è un elettricista in pensione ma in realtà lavora più di prima e sistema la casa che fu dei genitori. In una stanza ha raccolto negli anni centinaia di attrezzi della vita contadina di un tempo: è un museo di secoli di dura vita.
Saluto e riprendo la via. Adesso il paesaggio è diventato quello pre alpino, sulle vette resiste qualche chiazza bianca delle tardive nevicate di primavera.
All’improvviso, dopo una dura ascesa, ecco la piana su cui sorge il magnifico Santuario di Oropa che proprio quest’anno è diventato patrimonio Unesco.