Torrita di Siena
Sono stato invitato a camminare nella Valdichiana senese su invito della Proloco di Torrita di Siena, del B&B Pagum Place e della DMO Via Lauretana ETS. Ho potuto soggiornare dentro le mure di Torrita e scoprire questo borgo medievale della Valdichiana.
In compagnia della guida ambientale Manuele De Bellis di Just in Tuscany percorro la tappa delle Vie Lauretane da Sinalunga a Torrita di Siena.
A poche decine di metri dal percorso c’è l’Azienda Agricola Coveri. Vale la pena fare una piccola deviazione e ascoltare la storia di Stefano e Carla. Sono due fratelli che gestiscono l’azienda di famiglia seguendo il regime biologico per la produzione di grani antichi e cereali, l’allevamento di pecore e capre e la produzione di prodotti caseari.
La loro storia parte dal Mugello: i nonni arrivarono nei pressi di Torrita da una piccola frazione di San Godenzo. Al termine della seconda guerra mondiale il loro casolare – situato sulla linea gotica – venne raso al suolo dai tedeschi, e la famiglia decise di riparare in Valdichiana, dove già svolgeva la transumanza del loro bestiame.
Al viandante della Via Lauretana Torrita di Siena appare sul versante occidentale della Valdichiana. Le sue origini sono antichissime e la cinta muraria rivela la storia secolare di baluardo difensivo.
Porta a Pago – il nome dovrebbe prendere il nome dai pagamenti dei dazi che un tempo si facevano all’entrata – per i camminatori è l’ingresso al centro storico difeso dalle mura cinquecentesche. Le altre tre porte sono Porta Gavina, Porta a Sole e Porta Nuova.
Queste porte danno il nome a quattro delle otto contrade in cui si suddivide il territorio di Torrita di Siena. Le altre quattro corrispondono ad aree esterne alle mura di cinta. Ogni Contrada ha un suo stemma ed è rappresentata dai propri colori caratteristici. Queste otto contrade, ogni anno dal 1966, si danno battaglia nel Palio dei Somari. La manifestazione si svolge nel fine settimana precedente e successivo al 19 marzo, in concomitanza con la Festività di San Giuseppe.
La sede della Contrada di Porta a Pago è proprio di fronte al b&b in cui alloggio. Spinto dalla curiosità butto uno sguardo dentro. Luciana e Verena stanno facendo le pulizie del locale in cui dominano i colori rosso e verde: dai tamburi alle prese elettriche, alla tovaglia del tavolo. Dalla più piccola contrada a una delle più grandi e titolate: quella di Porta Nova.
Qui è il bianco e nero a farla da padrone. Luca Betti, consigliere, mi spiega cosa deve essere disegnato sul palio che ogni anno viene assegnato alla contrada vincitrice che lo custodirà gelosamente nella sua bacheca.
Gaetano Ranaldo è il giovane presidente del Gruppo Sbandieratori e Tamburini di Torrita di Siena. Fondato nel 1991, il gruppo ha l’obiettivo di portare in giro per l’Italia e l’Europa il nome della Sagra San Giuseppe, l’associazione che organizza il Palio dei Somari. Permette ai ragazzi di viaggiare e fa da collante di aggregazione. Andrea Trabalzini è l’esempio della passione che accomuna i ragazzi di Torrita. Pur lavorando a Perugia torna due sere a settimana per allenarsi con tamburi, tamburini, bandiere e chiarine.
Anche i più giovani del paese sono coinvolti: da diversi anni c’è una scuola Sbandieratori e Tamburini che conta circa 40 allievi.
Ho potuto visitare anche la Tunnel Farm, la prima vertical farm sotterranea pubblica d’Italia, un impianto autosufficiente per la produzione agricola sostenibile di ortaggi e micro-greens.
La Via Lauretana nel territorio del comune di Torrita di Siena non è solo cammino ma anche incontri con chi nel territorio ha deciso di restare. Chi resiste con le proprie attività nelle aree interne rallenta il processo di omologazione culturale del capitalismo.
A Torrita di Siena ho potuto scoprire e visitare anche diverse realtà produttive. Piccole realtà che resistono grazie alla qualità che le rende delle eccellenze sul territorio.
La prima è stata l’Azienda Agricola Coveri dove ho fatto un brindisi con ricotta calda!
La Macelleria Belli dal 1969 unisce qualità e tradizione lavorando carne chianina, cinta senese dop e salumeria tradizionale.
Le Cantine Innocenti si trovano a Montefollonico, borgo medievale ancora ben conservato tra la Valdichiana e la val d’Orcia. I locali, in pieno centro storico, risalgono alla fine del XIII secolo. Ambienti, architetture e arredi, per quanto possibile, sono stati conservati nelle forme originarie per permettere al visitatore impressioni tipiche delle cantine toscane di una volta.
Osteria Ghino di Tacco dove ho bevuto la birra dedicata al mitico personaggio locale.
Sial Ceramica continua a produrre prodotti in ceramica che, per molti aspetti, sono unici ed irripetibili.
Birrificio Saragiolino. L’attività agricola tramandata da generazione in generazione è arrivata Lorenzo e Andrea Crociani che nel 2013 hanno iniziato a produrre birra realizzata con malti locali.
In compagnia di Clara e Alessio percorro “Il Sentiero del Vinsanto”, l’antica strada medievale che un tempo collegava i castelli di Torrita di Siena e Montefollonico.
Il sentiero finisce sotto le vecchie mura difensive. A Porta Follonica ci attende Andrea Tonini, presidente della Pro Loco di Montefollonico.
Parafrasando l’amico Jepis, Andrea può essere definito un padrone dell’aria, ossia una di quelle persone che “possiede” lo spirito di quel luogo e lo anima con la sua presenza.
E non a caso abita nell’antica Torre Moreschini, costruita nel 1490, quasi fosse un guardiano moderno a difesa delle storie di Montefollonico.
In questo borgo dove resistono un manipolo di abitanti sono però gli americani a finanziare il restauro dei quadri della chiesa del 1200. E di altri beni comuni.
Il Vin Santo è un antico vino prodotto da uve appassite secondo tecniche risalenti ben oltre l’antichità Greco-Romana nei paesi del Mediterraneo orientale e che ha trovato, a partire dal medioevo, la sua terra di radicamento e di elezione in Toscana.
È il vino dell’ospitalità, dell’amicizia e della cortesia. “Lo gradireste un goccio di Vin Santo?” è l’espressione con cui tanto nell’umile casolare del contadino quanto nel palazzo padronale, veniva accolto l’ospite che si presentava alla porta di casa.
Si è conclusa la terza edizione del progetto Smart Walking.
Da ormai tre anni l’essenza del progetto è quella di riappropriarsi del proprio tempo e della qualità di vita, non dover rinunciare alle passioni, ma piuttosto di farle coincidere o convivere armoniosamente con il proprio lavoro, grazie all’uso della tecnologia.
Il cammino non è quindi più solo un itinerario di viaggio, ma diventa la porta di ingresso sul territorio per i nomadi digitali, che diventano abitanti temporanei, scoprendo piccoli paesi dove il valore sta nel senso di comunità, nella qualità del tempo, nella profondità delle relazioni.
E a Torrita di Siena ho avuto una fantastica accoglienza dalla comunità locale.
Ho lavorato da una piccola sala di co-working che Daniele Esposito mette a disposizione degli ospiti del B&B Pagum Place: oltre a una connessione veloce si lavora coccolati dal fuoco della stufa e dal calore delle bevande invernali.
Presso il Teatro degli Oscuri di Torrita di Siena c’è stata anche una serata aperta alla cittadinanza e dedicata al mondo del turismo lento e sostenibile in cui è intervenuto anche Stefano Tesi, presidente della Dmo Via Lauretana.