Cammino d’Etruria

Cammino d’Etruria

Sono arrivato a Volterra in un caldo pomeriggio di giugno. Erano tantissimi anni che non venivo e sono rimasto a bocca aperta dallo scenario naturale in cui è incastonato questo gioiello.
Ringrazio il Comune di Volterra per l’accoglienza, in particolare l’assessore Davide Bettini.

Sono qui per camminare sul nuovo tratto del Cammino di Etruria, quello da Volterra a Chiusi. Lo percorrerò per primo in compagnia del suo ideatore Gianfranco Bracci. La prima parte del cammino collega Pisa a Volterra. Di entrambe le tratte è possibile richiedere (inviando una email a camminoetruriacentro@gmail.com) le tracce gpx che peraltro sono indispensabili in quanto il cammino non è ancora segnato sul terreno.

Il territorio interessato dal percorso Volterra – Chiusi è situato nella zona centro–orientale della Toscana e attraversa le province di Pisa e di Siena. Il tracciato insiste su un’areale che alterna zone urbane a zone collinari di interesse naturalistico e storico.

Il percorso segue, come filo conduttore, le vicende del popolamento d’epoca etrusca e non a caso i centri capolinea sono due città importanti della dodecapoli estrusca quali Volterra e Chiusi.

Martedì 7 giugno 2022
Sul vecchio tavolo di legno di una cucina scrivo al pc con la finestra aperta davanti a me. Il mio sguardo incontra subito le mie peregrine 12 che riposano sul davanzale ombreggiato dal tetto. Vado oltre e tre sono i colori che si declinano davanti agli occhi. Dall’alto in basso: l’azzurro di un cielo terso di giugno, i marroni delle tegole, delle finestre, dei mattoni del vecchio borgo di Casole d’Elsa, arroccata su un pendio in cui il verde – degli alberi e dei prati – domina incontrastato.
Ho finito la prima tappa del cammino di Etruria centro: ho camminato sulle serpeggianti strade bianche e nei sentieri lussureggianti della Riserva Naturale Foresta di Berignone; sempre circondato da panorami unici che caratterizzano le colline toscane e le rendono uniche nel mondo.

Casole d’Elsa merita la mezza giornata libera che ha il camminatore a fine tappa. Io ho dovuto dedicare il pomeriggio al mio lavoro di commercial sales, ma sono riuscito a ritagliarmi un’oretta per perdermi nel centro storico e visitare il museo civico archeologico, ricco di reperti etruschi.

8 giugno
Tappa Casole D’Elsa – Quartaia con visita al parco archeologico di Dometaia e al centro storico di Colle di Val D’Elsa.
L’ultimo tratto è in comune con la via Francigena, dove sosto al Campo Piro e More, uno spazio aperto di accoglienza per i pellegrini. Qui c’è la possibilità di rifocillarsi o pernottare in tenda: tutto è disponibile – a donativo – grazie all’impegno di Monica che porta quotidianamente cibo e bevande.
Per uno scherzo del destino mi ritrovo a pernottare a Villa San Donato di Quartaia, sul cui muretto avevo pranzato nel 2018 durante la tappa San Gimignano – Monteriggioni. Il vortice di ricordi oggi ha avuto il sopravvento.

9 giugno
Della terza tappa percorro la tratta dal tumulo Etrusco di Mucellena a Sovicille. Sono stato accompagnato da Sandro Frascarelli e tre suoi amici. Dopo la visita a questa testimonianza etrusca immersa nel bosco e scavata dentro la collina, abbiamo attraversato la Montagnola Senese (sito di interesse comunitario) per giungere alla Pieve di Pernina dove un albero colmo di gelsi ci ha offerto una squisita merenda.
Dal Romitorio di Cetinale siamo scesi sui gradoni di pietra della Scala Santa.
Dopo un ottimo pranzo da Il Ristoro di Ponte allo Spino, ho potuto lavorare dall’incantevole Castello Poggiarello.
Alle 19 appuntamento con gli Smart Trekkers per una diretta Facebook sul tema cammini e lavoro da remoto.

10 giugno – quarta tappa da Sovicille – San Rocco a Pilli fino a Ville di Corsano.
Dopo mesi di telefonate, mail e whatsapp oggi finalmente incontro Diego Vichi – archeologo e punto di riferimento del Cammino di Etruria insieme a Gianfranco – e Stefania Zolotti – direttrice di Senza Filtro, il mensile di Fiordi Risorse.


Stefania mi ha raggiunto per camminare insieme e la ringrazio per la preziosa compagnia. Di fronte alla sua penna mi inchino e oggi la descrizione della tappa passa dalle sue parole:
“Abbiamo fatto solo strade bianche, un bosco in mezzo, l’incontro col factotum del Castello di Grotti – Cristiano, che vive a due passi da Orgia dove tutti si fanno i selfie davanti al cartello, tifoso del Palio di Siena ma ancor più tifoso del proprietario del castello che lo fa campare: “Una persona incredibile, per lui lavorerei anche gratis” – e poi Graziano Machetti – dell’Agriturismo La Roverella Siena – che sulla carta è vice presidente della Pro Loco Ville Di Corsano ma di fatto è fotografo, archivista, autore, architetto, produttore d’olio e di vino, storico, disegnatore, amante delle mappe e soprattutto dei ricordi. Graziano ci ha regalato un pezzo di pelle sua e del luogo cioè quella storia ormai andata per sempre ma che lui prova ogni giorno a trattenere, con tutte e due le mani, come fosse un portiere alla finale dei mondiali: ricostruisce i mestieri della terra, la campagna, la vita contadina, i riti, le tradizioni, gli etruschi, le stagioni che una volta erano piene. Finché Graziano ci parla del famoso cipresso solitario e ci porta là: lo fotografa da anni, con la nebbia, col sole, l’arcobaleno, la pioggia, con l’afa, col nulla. Ogni scusa è buona per vederlo, ci va come si va da un amico, o almeno io ho sentito questo. E chi se lo scorda più Graziano.”


Alla stazione di Siena trovo uno splendido murales che richiama i versi di Itaca, la poesia di Costantino Kavafis. Finisce un cammino e ne sta per iniziare un altro. Appuntamento in Emilia Romagna sulla Via di Linari!

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